lunedì 9 dicembre 2013

LA VALIGIA DI CARTONE

Madre, rammenti ?
lasciammo quel lembo di Sicilia
pregno di sole quasi come fuggiaschi:
io e te, alquanto sparuti; su quel vagone
dai sedili duri come pietre.

Ancora impregnati dell'aroma di zagara,
ci rafforzò la speranza, la sola nostra ricchezza.
Mettemmo in una valigia di cartone
i nostri sogni e poche cianfrusaglie.

Nell'interminabile viaggio,
io, appoggiato al finestrino
con i pugni chiusi in tasca,
tu, mesta e assorta come pietosa Vergine:
ancora giovane e pur carica d'affanni;
ti lasciavi sballottare
da quell'ansimante treno.

Vidi volare in alto un falco pellegrino,
mi sembrò buon segno, Madre;
anche se mi pesava quella sorta d'esilio.
Così si consumavan le ore
per ricongiungersi alla famiglia lontana.

Oggi Madre, da tempo sei mancata,
e quella valigia di cartone
relegata in soffitta,
accumula polvere
che mai le tue mani toglieranno.

Dolcissima Madre.

Nessun commento:

Posta un commento