venerdì 13 dicembre 2013

F I R E N Z E

Mentre colombi volteggiano
sui quadrivi
e l'incerto passo
risuona sulla deserta via,
io nell'oblio m'abbandono,
e tante volte
esitando nell'incedere;
mi soffermo ai tuoi piedi
a contemplare
le tue antiche vestigia
in cosmica bellezza:
mirandoti in diafane albe
o avvolta
nella caligine meridiana.

Dolce, cara Firenze,
vorrei concedermi
alcun tempo
nei bei momenti d'estasi,
quando con l'uragano nel cuore,
attendo sui lungarni
l'impaziente tramonto
che riluce teneramente
l'antica bellezza.

Allora,
il segreto amore
traspare intenso
in ogni cosa,
ed il soffrire
diviene intima gioia.

Nessun commento:

Posta un commento