venerdì 27 dicembre 2013
giovedì 26 dicembre 2013
venerdì 20 dicembre 2013
SE QUESTO E' AMORE
Il mio amore freme
come i rami scossi del salice
per il tuo bel viso.
Non pensare ch'io sia insensibile;
naufragheremo insieme
in un mare di dolci baci.
Sovente ti penso, sai,
ed è per me tormento continuo
saperti lontana, confusa...
Se questo è amore
parliamone, abbandoniamoci
sotto la chioma del salice;
non è ancora autunno,
aspetteremo le tenebre
in un intreccio di voluttà.
come i rami scossi del salice
per il tuo bel viso.
Non pensare ch'io sia insensibile;
naufragheremo insieme
in un mare di dolci baci.
Sovente ti penso, sai,
ed è per me tormento continuo
saperti lontana, confusa...
Se questo è amore
parliamone, abbandoniamoci
sotto la chioma del salice;
non è ancora autunno,
aspetteremo le tenebre
in un intreccio di voluttà.
sabato 14 dicembre 2013
COME NEBBIA AL SOLE
Talvolta dicevi, il tempo è inesorabile,
con la tua risata di giovane cerbiatta
e, la tua bocca grondava gioia
avvolta nella sfera d'amore
nell'estasi spasmodica del domani.
Poi, la patina del tempo
ingiallì la speranza negli aridi solchi;
e svanì tra folate di libeccio
come nebbia al sole.
Invano percorrevi strade divenute impervie
impregnando le tue orme di sudore.
Riecheggiava ognor nella vetusta stanza,
la sonora risata
a rinverdire l'antica armonia
nell'esuberanza giovanile,
poi mestamente imperava l'implacabile vuoto
nel meriggio che stanco si stendeva supino.
con la tua risata di giovane cerbiatta
e, la tua bocca grondava gioia
avvolta nella sfera d'amore
nell'estasi spasmodica del domani.
Poi, la patina del tempo
ingiallì la speranza negli aridi solchi;
e svanì tra folate di libeccio
come nebbia al sole.
Invano percorrevi strade divenute impervie
impregnando le tue orme di sudore.
Riecheggiava ognor nella vetusta stanza,
la sonora risata
a rinverdire l'antica armonia
nell'esuberanza giovanile,
poi mestamente imperava l'implacabile vuoto
nel meriggio che stanco si stendeva supino.
RIFLESSIONE
Il malcontento e la disuguaglianza dei popoli, sono gli errori e il fallimento dei governi.
venerdì 13 dicembre 2013
F I R E N Z E
Mentre colombi volteggiano
sui quadrivi
e l'incerto passo
risuona sulla deserta via,
io nell'oblio m'abbandono,
e tante volte
esitando nell'incedere;
mi soffermo ai tuoi piedi
a contemplare
le tue antiche vestigia
in cosmica bellezza:
mirandoti in diafane albe
o avvolta
nella caligine meridiana.
Dolce, cara Firenze,
vorrei concedermi
alcun tempo
nei bei momenti d'estasi,
quando con l'uragano nel cuore,
attendo sui lungarni
l'impaziente tramonto
che riluce teneramente
l'antica bellezza.
Allora,
il segreto amore
traspare intenso
in ogni cosa,
ed il soffrire
diviene intima gioia.
sui quadrivi
e l'incerto passo
risuona sulla deserta via,
io nell'oblio m'abbandono,
e tante volte
esitando nell'incedere;
mi soffermo ai tuoi piedi
a contemplare
le tue antiche vestigia
in cosmica bellezza:
mirandoti in diafane albe
o avvolta
nella caligine meridiana.
Dolce, cara Firenze,
vorrei concedermi
alcun tempo
nei bei momenti d'estasi,
quando con l'uragano nel cuore,
attendo sui lungarni
l'impaziente tramonto
che riluce teneramente
l'antica bellezza.
Allora,
il segreto amore
traspare intenso
in ogni cosa,
ed il soffrire
diviene intima gioia.
mercoledì 11 dicembre 2013
RIFLESSIONE
Ho letto centinaia e forse migliaia di poesie e poeti. Non esagero se affermo che mi è capitato e non di rado, di leggere poesie modeste scritte da grandi autori, e qualche volta composizioni molto, molto interessanti scritte da illustri sconosciuti.
martedì 10 dicembre 2013
DESIDERIO D'ARIA FRESCA
Nel meriggio stanco di sole
un aratro s'avanza e scopre
tra i solchi
proturi e formiche;
mentre assorto
ai suoni dei venti
osservo sciogliersi
l'ombra delle case.
Desiderio d'aria frasca
avverto sul viso,
in quest'ora smorta, afosa.
Attenderò
un mantello di stelle
nel buio silente
intra il cuore della notte.
un aratro s'avanza e scopre
tra i solchi
proturi e formiche;
mentre assorto
ai suoni dei venti
osservo sciogliersi
l'ombra delle case.
Desiderio d'aria frasca
avverto sul viso,
in quest'ora smorta, afosa.
Attenderò
un mantello di stelle
nel buio silente
intra il cuore della notte.
lunedì 9 dicembre 2013
LA VALIGIA DI CARTONE
Madre, rammenti ?
lasciammo quel lembo di Sicilia
pregno di sole quasi come fuggiaschi:
io e te, alquanto sparuti; su quel vagone
dai sedili duri come pietre.
Ancora impregnati dell'aroma di zagara,
ci rafforzò la speranza, la sola nostra ricchezza.
Mettemmo in una valigia di cartone
i nostri sogni e poche cianfrusaglie.
Nell'interminabile viaggio,
io, appoggiato al finestrino
con i pugni chiusi in tasca,
tu, mesta e assorta come pietosa Vergine:
ancora giovane e pur carica d'affanni;
ti lasciavi sballottare
da quell'ansimante treno.
Vidi volare in alto un falco pellegrino,
mi sembrò buon segno, Madre;
anche se mi pesava quella sorta d'esilio.
Così si consumavan le ore
per ricongiungersi alla famiglia lontana.
Oggi Madre, da tempo sei mancata,
e quella valigia di cartone
relegata in soffitta,
accumula polvere
che mai le tue mani toglieranno.
Dolcissima Madre.
lasciammo quel lembo di Sicilia
pregno di sole quasi come fuggiaschi:
io e te, alquanto sparuti; su quel vagone
dai sedili duri come pietre.
Ancora impregnati dell'aroma di zagara,
ci rafforzò la speranza, la sola nostra ricchezza.
Mettemmo in una valigia di cartone
i nostri sogni e poche cianfrusaglie.
Nell'interminabile viaggio,
io, appoggiato al finestrino
con i pugni chiusi in tasca,
tu, mesta e assorta come pietosa Vergine:
ancora giovane e pur carica d'affanni;
ti lasciavi sballottare
da quell'ansimante treno.
Vidi volare in alto un falco pellegrino,
mi sembrò buon segno, Madre;
anche se mi pesava quella sorta d'esilio.
Così si consumavan le ore
per ricongiungersi alla famiglia lontana.
Oggi Madre, da tempo sei mancata,
e quella valigia di cartone
relegata in soffitta,
accumula polvere
che mai le tue mani toglieranno.
Dolcissima Madre.
P I N E T A
Prorompe la natura
proiettando un'oscura ombra.
Annotta l'orizzonte
celando solitaria pineta
sotto un cielo brunito.
Il tempo si china
ad ogni stagione:
attraverso vetri appannati
fluisce in spazi profondi.
Un gemito aggredisce
il cuore della notte
screpolando muri a secco;
e, a poco a poco,
il gelido inverno
ci sovrasta.
proiettando un'oscura ombra.
Annotta l'orizzonte
celando solitaria pineta
sotto un cielo brunito.
Il tempo si china
ad ogni stagione:
attraverso vetri appannati
fluisce in spazi profondi.
Un gemito aggredisce
il cuore della notte
screpolando muri a secco;
e, a poco a poco,
il gelido inverno
ci sovrasta.
RIFLESSIONE
Io credo che l'uomo su questa terra non è venuto per caso, avrà un compito che si comprenderà a lunga scadenza.
domenica 8 dicembre 2013
SOLO PANE E FICHI D'INDIA
Spirava il libeccio
sui viottoli impervi
che sanno di letame;
e i passi risuonavano
sui ciottoli informi.
Ripenso a mio padre
sul ciglio d'una strada
con le mani ruvide e scarne
che sudano miseria
per un pugno di mosche
nell'arida terra di Sicilia;
ove i marosi
rovesciano sulla sabbia
il loro livore con fragore.
Il tempo, inesorabile,
non lascia spazio
ad altra sorte,
forse in quest'ora d'arsura
vengono meno gli stimoli,
e la miseria ti attanaglia,
ti tormenta.
Un'ombra copre l'amarezza
che si scioglie nell'assuefazione
d'una vita grama.
Anche stasera a cena
ci attende un frugale pasto:
solo pane e fichi d'india.
sui viottoli impervi
che sanno di letame;
e i passi risuonavano
sui ciottoli informi.
Ripenso a mio padre
sul ciglio d'una strada
con le mani ruvide e scarne
che sudano miseria
per un pugno di mosche
nell'arida terra di Sicilia;
ove i marosi
rovesciano sulla sabbia
il loro livore con fragore.
Il tempo, inesorabile,
non lascia spazio
ad altra sorte,
forse in quest'ora d'arsura
vengono meno gli stimoli,
e la miseria ti attanaglia,
ti tormenta.
Un'ombra copre l'amarezza
che si scioglie nell'assuefazione
d'una vita grama.
Anche stasera a cena
ci attende un frugale pasto:
solo pane e fichi d'india.
sabato 7 dicembre 2013
RIFLESSIONE
Considero l'aborto volontario uno dei più efferati delitti dell'umanità. Le donne che si sottopongono a questa pratica, non hanno la benché minima idea della mostruosità di cui si macchiano.
VIA MADONNA DELLA MERCEDE
Abbacinati dal sole rovente
come sa esserlo quello di Sicilia,
rincorrevamo sovente
una palla fatta di stracci
in via Madonna della Mercede.
Tutta la mia infanzia
è trascorsa su quelle pietre:
malvestito e impregnato
di sudore e polvere.
La strada s'apriva
su dei campi incolti
ov'era quasi campagna;
e una miriade di farfalle
svolazzavano ovunque,
mentre Capo Peloro annuiva
con bonario sorriso
alle nostre scorrazzate.
A volte una nuvola improvvisa
oscurava i raggi solari,
poiché le lucertole
incollate sui muri delle case
facevano incetta di calore.
come sa esserlo quello di Sicilia,
rincorrevamo sovente
una palla fatta di stracci
in via Madonna della Mercede.
Tutta la mia infanzia
è trascorsa su quelle pietre:
malvestito e impregnato
di sudore e polvere.
La strada s'apriva
su dei campi incolti
ov'era quasi campagna;
e una miriade di farfalle
svolazzavano ovunque,
mentre Capo Peloro annuiva
con bonario sorriso
alle nostre scorrazzate.
A volte una nuvola improvvisa
oscurava i raggi solari,
poiché le lucertole
incollate sui muri delle case
facevano incetta di calore.
venerdì 6 dicembre 2013
MORIRE D'AMORE
Se nella vastità del tempo
il tuo amore mi sosterrà
nonostante il perdurare
degl'inesorabili affanni,
risorgendo vorrei rivivere
almeno per un attimo
quei magici momenti
in cui avvinti nell'estasi d'amore
dimenticavamo il mondo,
quel mondo dorato
di cui facevamo integralmente parte
e, nel contempo rifuggivamo
inconsapevolmente oltre misura:
forse per un arcano senso di colpa
o di candido pudore...
Come vorrei ancora una volta
poter udire nell'aria
il suono della tua voce
rischiarata nella soave risata felice!
nel tempo d'amore, che non ha tempo!
poiché amarti è già tempo trascorso...
E vorrei inoltre concedermi
ancora altro tempo gravido d'amore:
cullandomi nei miei sogni
per morire beatamente d'amore.
il tuo amore mi sosterrà
nonostante il perdurare
degl'inesorabili affanni,
risorgendo vorrei rivivere
almeno per un attimo
quei magici momenti
in cui avvinti nell'estasi d'amore
dimenticavamo il mondo,
quel mondo dorato
di cui facevamo integralmente parte
e, nel contempo rifuggivamo
inconsapevolmente oltre misura:
forse per un arcano senso di colpa
o di candido pudore...
Come vorrei ancora una volta
poter udire nell'aria
il suono della tua voce
rischiarata nella soave risata felice!
nel tempo d'amore, che non ha tempo!
poiché amarti è già tempo trascorso...
E vorrei inoltre concedermi
ancora altro tempo gravido d'amore:
cullandomi nei miei sogni
per morire beatamente d'amore.
giovedì 5 dicembre 2013
VECCHIE STELLE VAGABONDE
Variopinti oleandri sparsi
al sorgere repentino del sole
fanno ala al passo dei pastori
ove si propaga intensamente
l'odore fresco dell'erba.
Si specchiano sotto i riflessi solari
le piante oscillanti al vento
che ulula contro i tralci dell'edera.
Nel riverbero autunnale
si cela il mistero
delle stelle vagabonde
nelle cupe notti. Il desio
dell'avida tua bocca
prorompe come rumorosa cascata
che dilaga ovunque
sommergendomi piacevolmente.
Forse tornerà impazzita di calore
come una sorta di colata lavica
la nuova estate impetuosa;
ostentando nelle fresche notti
vecchie stelle vagabonde.
al sorgere repentino del sole
fanno ala al passo dei pastori
ove si propaga intensamente
l'odore fresco dell'erba.
Si specchiano sotto i riflessi solari
le piante oscillanti al vento
che ulula contro i tralci dell'edera.
Nel riverbero autunnale
si cela il mistero
delle stelle vagabonde
nelle cupe notti. Il desio
dell'avida tua bocca
prorompe come rumorosa cascata
che dilaga ovunque
sommergendomi piacevolmente.
Forse tornerà impazzita di calore
come una sorta di colata lavica
la nuova estate impetuosa;
ostentando nelle fresche notti
vecchie stelle vagabonde.
martedì 3 dicembre 2013
AFORISMA
Ogni tanto sarebbe bene scavare nella propria anima; per vedere se ci sono scorie da rimuovere.
COLA', DOVE SORGE IL SOLE
Nel silenzio della notte
e nelle pieghe del tuo volto
leggo il gaudio dell'amore,
quell'amore che ci lega
nonostante inevitabili affanni.
Quanto tempo è trascorso
fra migliaia di baci furtivi
dati all'ombra delle chiome
sotto cieli violacei
e al canto delle sirene
odorose di salsedine.
Ora che i giorni volano;
ci ritroveremo contornati
fra variopinti gerani
e ortensie azzurrognole
nel fascino di giugno.
Teniamoci ancora per mano;
faremo comunque insieme
un ulteriore tratto di strada
nel nostro percorso di vita:
colà, dove sorge il sole.
e nelle pieghe del tuo volto
leggo il gaudio dell'amore,
quell'amore che ci lega
nonostante inevitabili affanni.
Quanto tempo è trascorso
fra migliaia di baci furtivi
dati all'ombra delle chiome
sotto cieli violacei
e al canto delle sirene
odorose di salsedine.
Ora che i giorni volano;
ci ritroveremo contornati
fra variopinti gerani
e ortensie azzurrognole
nel fascino di giugno.
Teniamoci ancora per mano;
faremo comunque insieme
un ulteriore tratto di strada
nel nostro percorso di vita:
colà, dove sorge il sole.
lunedì 2 dicembre 2013
M E S S I N A (una poesia d'amore)
Ti scruta e ti sorride Antennamare,
mentre supina nell'opprimente calura
osservi attraverso un velo di foschia
pigri gabbiani sullo Jonio,
(quel mare che mi vide fuggire).
Splendida Zancle, ora risorta
da laceranti e antiche ferite.
Ogni giorno mi prendi
e mi riporti sull'aspra via
quando adolescente ti voltai le spalle
ricco di speranza e con le scarpe rotte.
Sempre mi fu compagno
il tuo sembiante
nell'esilio coatto,
e gli aromi di zagare e limoni,
a volte inspiravo inconsapevolmente
fin nelle più recondite fibre,
quando, sciogliendosi l'esile oblio
ti sento, amata, nelle risonanze aeree,
laddove s'invola l'anima mia:
verso lontani spazi
di dolcezze e gravi silenzi,
e in cuor mio si spoglia
la confusa angoscia
e si tramuta in spasmodica
ansia di udire la tua voce:
dolce come carezza solare,
ed in quest'attimo le stelle
non sono mai così tanto a me vicine.
mentre supina nell'opprimente calura
osservi attraverso un velo di foschia
pigri gabbiani sullo Jonio,
(quel mare che mi vide fuggire).
Splendida Zancle, ora risorta
da laceranti e antiche ferite.
Ogni giorno mi prendi
e mi riporti sull'aspra via
quando adolescente ti voltai le spalle
ricco di speranza e con le scarpe rotte.
Sempre mi fu compagno
il tuo sembiante
nell'esilio coatto,
e gli aromi di zagare e limoni,
a volte inspiravo inconsapevolmente
fin nelle più recondite fibre,
quando, sciogliendosi l'esile oblio
ti sento, amata, nelle risonanze aeree,
laddove s'invola l'anima mia:
verso lontani spazi
di dolcezze e gravi silenzi,
e in cuor mio si spoglia
la confusa angoscia
e si tramuta in spasmodica
ansia di udire la tua voce:
dolce come carezza solare,
ed in quest'attimo le stelle
non sono mai così tanto a me vicine.
sabato 30 novembre 2013
AFORISMA
Le emozioni che possono suscitare le poesie; sono tali da farci sentire fragili ed evanescenti come bolle di sapone.
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