Cara, dolce e arcana luna,
il tuo incedere
imperterrito
accende il mio sorriso
mentre osservo ascoso
il tuo peregrinare
col naso schiacciato
sull'invetriata.
Oh luna che tutto inargenti
sì bella e leggiadra,
appari e t'involi
furtiva fra le chiome
degli alti platani.
Dimmi donde vieni
dispensatrice
di sogni, di chimere
e amica di falene danzanti.
Il tuo viso placa
il riposo dei clochards
che sopiti sognano
di cavalcare le nuvole.
S'adagia pigramente la notte
nel tuo riflesso;
per terra, le briciole della notte.
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