La terra ringhia da giorni
offrendo Penitenza
in una Quaresima di terrore:
s'apre e si frantuma
con l'ocra delle case
incredule di tanta ferocia.
Calice amaro che trabocca
oltre ogni dire;
scuotendo sopite ansie nell'intimo.
Un rombo di sfacelo
e il sisma erompe avaro di pietà:
il Gran Sasso,
testimone d'infinite tragedie,
permane assorto agli eventi.
Uomini e cimase
scivolano nella polvere
in un briciolo d'Aprile,
sgomento e morte
sommerge antichi borghi.
Ora scende un velo d'ombra
che incupisce la sera
sulla fiera bellezza aquilana.
Forse in quest'ora
un barlume di vita
annaspa verso la luce.
Il Requiem può attendere.
*
(Poesia dedicata al devastante terremoto
avvenuto in Abruzzo il 6.4.2009)
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