In una lieta serata primaverile
il disamore mi prese improvvisamente
nel fugace confine di misteriose
ombre: lentamente si scioglievano
fra i pensieri d'un'anima stanca.
Seminascosto fra la nebbia;
andavo trasognato dentro la sera
verso un grumo di memorie.
In una folata subitanea,
s'udiva nel vicolo contorto
un forte odore di catrame.
Poiché risuonava allora,
l'onda nel suo monotono andirivieni
insinuandosi fra sabbia e ciottoli.
Apparve come in un sogno d'oro;
l'inaspettato e magnifico Maggio
portatore di magici colori.
Incurante mi crogiolavo all'impazzata;
pensando che in una sana follia
complice il turbamento dell'anima;
è lecito sentirsi felice.