lunedì 20 dicembre 2010

AL PADRE

Padre, se a volte
ho mancato, perdonami;
m'hai donato la vita
e per questo ti ringrazio.
La tua fu irta di ostacoli:
sacrifici, lavoro
e durissima fatica.
Sopravvissuto a un terremoto
e a due rovinose guerre.
Fuggito come un ladro
prima in Germania
poi in Toscana
per un tozzo di pane
senza baciare le mani
a chicchessia
nella tua assolata isola.
Tu, figlio dell'Etna,
avevi il fuoco nelle vene,
poi negli anni meno bui
ti fermasti
presso una foce
per riflettere:
e nel bagliore delle stelle
apparì il tuo sorriso
nella ricomposta armonia

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